Per la sterlina questa settimana sta cominciando sulla stessa tendenza di quella appena passata. La valuta britannica guadagna terreno sul dollaro, e dopo aver toccato i massimi da marzo continua a spingere.
Alcuni dati solidi sull’economia UK, unitamente alla debolezza del biglietto verde, avevano innescato lo slancio della sterlina la scorsa settimana.
I dati PMI e le vendite al dettaglio hanno entrambi sorpreso in positivo gli analisti, specialmente l’attività del settore privato, che è rimbalzata a un massimo di cinque anni.
Sull’altro fronte invece, il dollaro USD continua a vivere una profonda debolezza (l’indice DXY si è esteso a livelli minimi sui 10 mesi). Il crescente numero di contagi alimenta il timore che la ripresa economica a stelle e strisce possa essere molto lenta, richiedendo prolungate misure di stimolo da parte della FED.
Questo spiega perché il cambio GBPUSD sta spingendo al rialzo.
Dopo aver oltrepassato la media mobile a 200 infrangendo anche la resistenza dinamica costruita a partire da dicembre 2019, ha poi superato la resistenza a 1.277. Lo slancio oltre quota 1.2800 supporta le prospettive di ulteriori guadagni, anche se alcuni indicatori tecnici evidenziano condizioni leggermente ipercomprate (fonte grafica broker ).
Va però evidenziato che la coppia Gbp-Usd potrebbe essere frenata dalla questione Brexit. Settimana scorsa si sono riaccese le preoccupazioni che l’accordo con la Ue non verrà raggiunto, visto che l’ultimo round di negoziati non ha portato alcun progresso.
Il capo negoziatore britannico della Brexit, David Frost, ci ha messo il carico ammettendo che il Regno Unito dovrebbe tenersi pronto a tutti gli scenari da qui alla fine del periodo di transizione (31 dicembre).
