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PETROLIO, altra settimana di guadagni (Brent e WTI +3%)

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Diversi segnali di una domanda più forte stanno spingendo in alto le quotazioni del barile

La corsa del petrolio è tornata a farsi robusta. Dopo un periodo di fiacca, per la seconda settimana consecutiva il barile di greggio e crescono di prezzo.
Il calo delle scorte di greggio statunitensi e un crescente conflitto in Medio Oriente hanno sostenuto le quotazioni.

Secondo i dati dell’EIA, la scorsa settimana le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di 2,547 milioni di barili, superando la prevista diminuzione di 2 milioni di barili. Inoltre, le scorte statunitensi di benzina e distillati hanno subito cali inattesi (indicando una forte domanda di energia), contrariamente alle proiezioni del mercato.
Sempre dal lato della domanda, l’OPEC ha previsto un aumento dei consumi nella seconda metà di quest’anno, rafforzando il sentiment del mercato.

In Medio Oriente, le forze israeliane sono avanzate più in profondità nella città di Rafah, nella Striscia di Gaza, aumentando le tensioni geopolitiche nella regione che potrebbero interrompere i flussi di petrolio. Un alto funzionario israeliano ha espresso il timore di una potenziale ‘guerra totale’ con Hezbollah in Libano.
Sull’andamento del petrolio incide anche l’aspettativa che le principali banche centrali effettueranno molteplici tagli dei tassi di interesse, cosa che stimolerebbe l’economia e di conseguenza la domanda di petrolio.

La conseguenza è che il è rimasto oltre la soglia degli 85 dollari al barile, mentre il si mantiene sopra gli 81 dollari. Entrambi i benchmark del mercato segnano un guadagno di oltre il 3% questa settimana.

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