Comincia con una lieve frenata la settimana del dollaro, che nelle ultime tre settimane aveva fatto registrare progressi importanti (con il che aveva segnato +1,65% mentre il cambio ha avuto un bilancio di -2%).
Gli investitori si preparano ai dati chiave sull’inflazione PCE e ai commenti di diversi funzionari della Fed previsti nel corso di questa settimana, per trarre delle indicazioni sulle prospettive di politica monetaria della FED.
Sotto i riflettori ci sarà anche il primo dibattito presidenziale tra Joe Biden e Donald Trump, in calendario giovedì.
Riguardo alle probabilità di un taglio del tasso della Fed, il mercato ritiene (con una probabilità del 66%) che ci sarà la prima sforbiciata di 25 punti base entro settembre. Inoltre i trader sono convinti che i tagli dei tassi di interesse saranno due entro fine anno.
Il clima di cautela ha innescato la marcia indietro del dollaro, con il che è scivolato a 105,2 (ma resta comunque oltre la Ema50 che ha superato di recente) mentre il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è rimasto poco cambiato intorno al 4,26%.
Il rapporto di cambio è tornato invece oltre la soglia di 1,07 dopo due sessioni di ribasso. In Europa il clima è nervoso per via delle elezioni legislative francesi, poiché una vittoria del partito di estrema destra o un’alleanza di sinistra, potrebbero avere un impatto significativo sui mercati finanziari.