Arriva una brutta sorpresa per il Canada e la banca centrale BoC. L’inflazione infatti ha vissuto una nuova fiammata, rimettendo in discussione le prospettive di politica monetaria nel paese nordamericano.
A maggio il tasso di inflazione annuale è salito al 2,9%, in crescita rispetto al minimo di tre anni del 2,7% nel mese precedente, e in contrasto con le aspettative del mercato che prevedevano un rallentamento al 2,6%. Anche il tasso di base è salito all’1,8%, guidato dai servizi.
Anche se il dato è in linea con le previsioni della BoC, che stimava un’inflazione vicina al 3% nella prima metà dell’anno, l’arresto del trend disinflazionistico rimette in discussione le mosse che la Bank of Canada potrebbe fare in futuro.
Se prima di questo dati si riteneva probabile un ulteriore allentamento della politica monetaria, adesso non c’è questa forte convinzione. In sostanza questa ripresa dell’inflazione renderà probabilmente la Banca del Canada più cauta riguardo a ulteriori tagli dei tassi.
Ricordiamo che a inizio mese la banca centrale ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo al 4,75%. Inoltre annunciò ulteriori tagli, nel caso in cui l’inflazione avesse continuato a rallentare.
Dopo il report sui prezzi, il dollaro canadese non si è mosso granché rispetto al dollaro. Il cambio è in area 1,366. Il rapporto tra le due valute si sta muovendo in un range compreso tra 1,363 e 1,3675 da oltre un mese. il recente taglio della EMA50 ha inviato un primo messaggio ribassista al mercato, anche se la EMA200 (che agisce come supporto) si trova ancora un po’ distante.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di stato canadesi a 10 anni è salito sopra la soglia del 3,4%, rimbalzando bruscamente dal minimo di cinque mesi del 3,26% toccato il 18 giugno.