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Yen ancora sotto pressione. USDJPY sui massimi di 38 anni

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La valuta nipponica è schiacciata dalla forte divergenza di politica monetaria tra la Bank of Japan e la Federal Reserve

Continua ad essere sempre più feroce la pressione sullo yen giapponese, che è scivolato sui minimi di 38 anni rispetto al dollaro. Il cambio sale infatti oltre la soglia di 160, come non succedeva dal 1986.

La valuta nipponica è schiacciata dalla forte divergenza di politica monetaria tra la Bank of Japan e la Federal Reserve. I tassi di interesse in Giappone soltanto di recente sono usciti dal territorio negativo, e da parte dei responsabili di politica monetaria non c’è stato un grande sostegno alla valuta.
Invece negli USA i tassi di interesse sono molto alti, e la FED non sembra avere alcuna fretta di cominciare i tagli.

La pressione sullo yen si è acuita in questo mese di giugno (finora ha perso un ulteriore 1,5%, estendendo la perdita da inizio anno a circa il 13%) poiché la BOJ ha rifiutato di ridimensionare i suoi massicci acquisti di obbligazioni, affermando che rilascerà un piano per ridurre il suo programma di acquisto di obbligazioni alla prossima riunione politica di luglio.

Inoltre, i politici erano divisi su come procedere con il prossimo rialzo dei tassi di interesse. Gli interventi verbali e gli avvertimenti da parte dei funzionari hanno tentato di affrontare la debolezza dello yen, con il Giappone che ha speso la cifra record di 9,8 trilioni di yen a maggio per sostenere la valuta.


Come detto, il cambio è salito oltre 160, rompendo anche il livello psicologico chiave che in precedenza aveva portato le autorità giapponesi a intervenire sui mercati valutari. 

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