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Turchia, tassi ancora fermi ma la Lira resta debole. USDTRY su 32,9

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La CBRT conferma il livello del costo del denaro al 50%, al livello più alto dal 2002

Nonostante la profonda svalutazione della sua valuta, la banca centrale della Turchia ha deciso di confermare il livello del costo del denaro per la terza riunione consecutiva. La CBRT ha infatti lasciato il tasso di interesse al 50%, al livello più alto dal 2002.

Secondo i responsabili di politica monetaria, il trend discendente dell’inflazione sottostante mensile si è interrotto (75,45% a maggio) e questo potrebbe indurli a restringere ulteriormente i tassi, nel caso in cui gli indicatori delle aspettative di inflazione dovessero peggiorare ulteriormente.

Ciò che frena l’istituto centrale è la situazione dell’economia, che resta incerta e suggerisce di evitare manovre che possano penalizzarla ulteriormente (come appunto un altro aumento dei tassi). In particolare, la domanda interna continua a rallentare a causa del forte inasprimento delle condizioni di credito, ma intanto la vischiosità dell’inflazione dei servizi, le elevate aspettative di inflazione e l’impatto dei rischi geopolitici sui prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari hanno mantenuto vive le pressioni inflazionistiche.

Il Consiglio di politica monetaria continua tuttavia a stimare (e sperare) un calo dell’inflazione nella seconda metà dell’anno.

Dopo la riunione della banca centrale, la Lira turca non ha cambiato granché il suo valore rispetto al dollaro. Il cambio USDTRY resta attorno quota 32,9, dopo essersi riportato di recente oltre la media mobile a 50 periodi (Ema50).
Durante quest’anno la svalutazione della Lira rispetto al biglietto verde americano ha superato il 25%.

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