In attesa di conoscere l’esito delle elezioni nel Regno Unito, la sterlina ondeggia sui massimi di tre settimane rispetto al dollaro ( a 1,275), in una giornata in cui i mercati americani sono chiusi per il giorno dell’Indipendenza.
Le urne si sono aperte nelle quattro nazioni che compongono il Regno (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord), e le prioiezioni vedono una schiacciante vittoria dei laburisti guidati da Keir Starmer, 61enne ex procuratore, destinato a diventare il prossimo primo ministro.
Si tratterà di una grande svolta, visto che il Partito conservatore del primo ministro Rishi Sunak è da 14 anni al potere (durato tre tornate elettorali) ed è quello che ha spinto il paese verso la Brexit.
Gli analisti prevedono che questo cambiamento politico potrebbe avere un impatto positivo sulla sterlina, sul mercato azionario e sugli investimenti nel Regno Unito, recuperando la reputazione della Gran Bretagna come ‘rifugio sicuro’ finanziario (soprattutto tenendo conto dell’incertezza politica in altre regioni).
Il partito laburista ha promesso di non aumentare le tasse o attuare misure di austerità, ma prevede invece di concentrarsi sull’essere “pro-imprese e pro-lavoratori” introducendo al contempo una nuova strategia industriale. Inoltre il grande favorito Starmer ha escluso che il Paese possa riaderire all’Ue, ma punta a rinegoziare gli accordi con Bruxelles per facilitare i rapporti in alcuni settori.
Nel frattempo mentre il rendimento dei Gilt decennali è sceso al 4,18%, la sterlina britannica è rimasta stabile verso 1,275 dollari ().
Il cross con il biglietto verde americano è rimbalzato sulla Ema50 (in qualità di supporto) a inizio settimana e si avvicina ad un’area di resistenza molto robusta (1,277-1,280) che negli ultimi mesi si è dimostrata particolarmente robusta.
Sul fronte della politica monetaria, gli investitori si aspettano un taglio dei tassi ad agosto in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere i tassi di interesse stabili a giugno, nonostante l’inflazione sia scesa al target della banca centrale del 2%.