Nuovo record per il prezzo dell’oro, che ha raggiunto i 2480 dollari per oncia e sembra sempre più indirizzato verso la soglia dei 2500 (alcuni analisti, come quelli di Goldman Sachs, sono convinti che si spingerà anche oltre).
L’impulso recente è giunto dalla prospettiva sempre più forte di un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, a seguito dell’ultimo report sull’inflazione e delle dichiarazioni dovish di Jerome Powell.
Il mercato è convinto al 98% che la banca centrale comincerà il percorso di allentamento monetario a settembre. L’, essendo un bene infruttifero, sarebbe favorito da uno scenario con tassi più bassi.
Il prezzo dell’ sta correndo anche per i forti acquisti delle banche centrali, che nel 2023 hanno aumentato le loro riserve in oro per 1.037 (dati del World Gold Council), segnando il secondo incremento più alto della storia (peraltro già aggiornato l’anno precedente, 2022) e dovrebbero aumentare le proprie riserve auree anche nei prossimi dodici mesi.
Altri due fattori rialzisti per l’oro sono la domanda per investimenti (gli afflussi netti sugli ETF a livello globale hanno registrato un incremento) e l’incertezza geopolitica.
Questo conteso ha spinto il prezzo dell’ anche oltre 2.480 dollari l’oncia, in rialzo di circa il 20% da inizio anno. Il prezzo dell’oro si consolida all’interno di un canale ascendente, dopo il superamento della Ema50 avvenuto a inizio luglio (indicando di nuovo una tendenza rialzista a breve).
