Arriva la seconda sforbiciata al costo del denaro da parte della Banca del Canada, che ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base (portandolo al 4,5%) nella riunione di luglio. Esattamente come aveva fatto a giugno.
Secondo il Consiglio direttivo della BoC, l’eccesso di offerta nell’economia canadese ha contribuito a rallentare l’inflazione negli ultimi mesi, giustificando così una politica monetaria più allentata, allo scopo di dare sostegno all’economia (ma anche di alleggerire il costo di mutui e alloggi, che hanno contribuito alla corsa dell’inflazione). Intato dal mercato del lavoro arrivano segnali di moderazione.
Il Consiglio direttivo prevede che l’inflazione CPI diminuirà nella seconda metà dell’anno a causa degli effetti base dei prezzi della benzina, prima di stabilizzarsi al livello del 2% nel 2025.
La decisione della BoC non ha dato sostegno al dollaro canadese, che negli ultimi tempi ha patito anche il forte calo del petrolio.
Dopo essere rimbalzato sul supporto a quota 1,36 un paio di settimane fa, il cambio è tornato a crescere vigorosamente, oltrepassando la Ema50 e toccando anche i massimi di oltre 3 mesi a quota 1,38, prima di recuperare un po’ di terreno rispetto al biglietto verde americano.
Intanto il rendimento dei titoli di stato canadesi a 10 anni è sceso verso il 3,37%, avvicinandosi al minimo di tre settimane.