Il dollaro preme sull’acceleratore nell’ultimo giorno di negoziazione della settimana. In mattinata il biglietto verde aveva beneficiato della nuova escalation di tensione tra USA e Cina, a seguito della decisione del presidente Trump di mettere al bando le transazioni con le società cinesi che gestiscono le popolari app TikTok e WeChat. Trump ha firmato ordini esecutivi che vietano alle app di operare negli Stati Uniti entro 45 giorni, a meno che la casa madre cinese, ByteDance, non le venderà.
Nel pomeriggio il rimbalzo del biglietto verde si è esteso grazie ai brillanti dati sugli occupati di luglio, i Non Farm Payrolls. Il Bureau of Labor Statistics ha rilasciato il rapporto sui libri paga non agricoli, dal quale emerge che sono stati creati 1,76 milioni di posti di lavoro. Più dei previsti 1,6 milioni.
Cala inoltre al 10,2% (da 11,1%) il tasso di disoccupazione, inferiore alle previsioni del 10,5%. Inoltre la retribuzione oraria media è aumentata dello 0,2%.
L’economia americana mostra quindi segnali di ripresa, anche se il mercato del lavoro è ancora in deficit di 13 milioni di posizioni, che sono andate perse durante la pandemia (circa 30 milioni di americani stanno beneficiando di sussidi di disoccupazione).
Il cambio , che ad inizio seduta si era riavvicinato a 1,19, è poi sceso verso la soglia di 1,180, nonostante il rilascio di dati per lo più positivi da tutta l’area dell’euro (come la bilancia commerciale della Germania). Ciò è accaduto perché gli investitori si sono riversati sul biglietto verde in quanto rifugio.
Il , che misura il biglietto verde rispetto a un paniere di valute, è salito dello 0,42% a 93,22. L’indice subirà una perdita settimanale di circa lo 0,2%, guidata principalmente dai timori di inflazione e da una più ampia fiducia nei mercati finanziari globali.
