Lo yen giapponese si mette a correre, dopo la riunione della Bank of Japan. L’istituto centrale di Tokyo ha deciso di alzare il tasso allo 0,25% (livello più alto dal 2008), riducendo contemporaneamente gli acquisti di obbligazioni.
Nella riunione di fine luglio, la Banca del Giappone ha alzato il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base, riportando per la rima volta dopo anni il costo del denaro in territorio positivo.
La Bank of Japan ha poi annunciato anche un graduale ritiro delle misure di quantitative easing, confermando che ridurrà gli acquisti mensili di titoli di Stato giapponesi (JGB) fino a 3 trilioni di yen al mese entro il primo trimestre del 2026, riducendo i suoi acquisti di circa 400 miliardi di yen a trimestre.
L’istituto ha aggiunto che se le prospettive per l’attività economica e i prezzi si realizzeranno, continuerà ad adeguare il grado di accomodamento monetario.
La banca centrale prevede che l’inflazione core, che esclude i prezzi dei prodotti alimentari, scenderà intorno al 2,5% (meno delle previsioni di aprile del 2,8%) e arriverà intorno al 2% per gli anni 2025 e 2026.
Sul fronte del PIL, la BoJ ha tagliato le previsioni di crescita per il 2024 allo 0,6% dallo 0,8%, sulla base di una revisione statistica. Per gli esercizi 25 e 26, la banca ha mantenuto le previsioni sul PIL all’1,0%.
Dopo la riunione della BoJ, lo yen giapponese è schizzato verso l’alto, guadagnando oltre un punto percentuale rispetto al dollaro (prima della riunione serale della FED).
Il cambio è sceso intorno a 150,3 e sta testando la Ema200 dopo avere – nei giorni scorsi – già superato la Ema50.
Intanto il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni del Giappone è salito a circa l’1,04%, rimbalzando dal minimo di un mese.