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Australia, la RBA congela i tassi ma intanto l’AUDUSD resta debole

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Il board non esclude che ci saranno ulteriori aumenti dei tassi per controllare l’inflazione. Dipenderà, come sempre, tutto dai dati macro in arrivo.

Nessuna sorpresa dall’Australia, dove la banca centrale – la Reserve Bank of Australia (RBA) – ha deciso di lasciare invariato il tasso di riferimento al 4,35%. E’ la sesta riunione di fila che si chiude con la conferma del costo del denaro al livello massimo degli ultimi 12 anni.
Il comitato ha inoltre mantenuto il tasso di interesse sui saldi di regolamento del cambio al 4,25%.

Malgrado siano stati fatti progressi nella lotta all’inflazione, la RBA sottolinea che comunque è ancora al di sopra dell’intervallo target del 2-3%, soprattutto a causa dei persistenti costi dei servizi. Per questo motivo il board non esclude che ci saranno ulteriori aumenti dei tassi per controllare l’inflazione. Dipenderà, come sempre, tutto dai dati macro in arrivo.
Le previsioni indicano che l’inflazione tornerà all’intervallo target del 2-3 percento verso la fine del 2025 e si avvicinerà al punto medio nel 2026.

La RBA manifesta delle preoccupazioni riguardo alle “prospettive economiche incerte, come dimostrano la lenta crescita del PIL e l’aumento del tasso di disoccupazione.

Il meeting della RBA non è riuscito a dare la scossa al dollaro australiano, che resta molto debole rispetto al collega americano. Il cambio resta su 0,65, dopo essere crollato fino a 0,635 nel “lunedì nero” dei mercati finanziari. La recente caduta ha spinto l’AUDUSD a tagliare prima la media mobile a 50 periodi e poi quella a 200 periodi, inviando un forte messaggio ribassista al mercato.

Ricordiamo che la valuta australiana è molto sensibile all’appetito al rischio e alle prospettive economiche, per questo i timori di una recessione negli Stati Uniti hanno messo pressione sull’. La valuta australiana ha trovato supporto nelle aspettative secondo cui la Federal Reserve dovrà tagliare i tassi di interesse in modo più aggressivo.

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