La Cina continua a manifestare problemi dell’economia. I dati i PMI pubblicati a inizio settimana confermano infatti un quadro a tinte miste, e questo si riflette sull’andamento dello Yuan rispetto al dollaro ().
Secondo i dati ufficiali, ad agosto il PMI manifatturiero è sceso a 49,1, rispetto al 49,4 di luglio, deludendo le aspettative (49,5). Si è trattato del quarto mese consecutivo di contrazione dell’attività manifatturiera, dopo l’aumento avvenuto nei cinque mesi precedenti. Nel frattempo, i prezzi alla produzione si sono ridotti per il terzo mese con il tasso di caduta più marcato (42,0 contro 46,3).
La notizia confortante arriva invece dal PMI non manifatturiero, salito a 50,3 dal minimo di 8 mesi toccato a luglio (50,2). In questo caso il valore ha superato il consenso del mercato (50,0). Si tratta del 20esimo mese consecutivo di espansione nel settore dei servizi. Dal lato dei prezzi, i costi di produzione sono diminuiti dopo l’aumento di luglio.
Nel frattempo il sondaggio privato PMI Caixin è salito a 50,4 ad agosto da 49,8 di luglio, al di sopra delle previsioni di mercato di 50,0, grazie alla crescita dei nuovi ordini. Ciò fa immaginare che le aziende private più piccole potrebbero sperimentare una ripresa più stabile.
Questo scenario impedisce allo Yuan di riguadagnare slancio rispetto al dollaro. Il cambio è risalito oltre 7,11, allontanandosi dal minimo di oltre un anno raggiunto la scorsa settimana. La debolezza dello yuan è determinata anche dal rafforzamento del dollaro USA, poiché i trader hanno ridimensionato le aspettative di tagli aggressivi dei tassi da parte della Fed in seguito agli ultimi dati sull’inflazione.
Nel frattempo il rendimento dei titoli di stato cinesi a 10 anni è sceso al 2,16%, toccando il minimo di una settimana.
