A differenza di quanto successo ad agosto, stavolta i dati sul mercato del lavoro USA (Non Farm Payrolls) non si discostano troppo dalle previsioni e in definitiva, non spostano granché le attese riguardo al percorso dei tagli che farà la FED.
L’economia statunitense ha aggiunto 142.000 posti di lavoro ad agosto, più degli 89.000 di luglio (rivisti al ribasso), ma al di sotto delle previsioni di 160.000. Si tratta del dato peggiore per il mese di agosto dal 2021.
La crescita comunque è in linea con la la media degli ultimi mesi. Nel frattempo, i dati di luglio sono stati rivisti al ribasso di 25.000 e di giugno di 61.000.
Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,2%, come previsto, mentre la crescita dei salari è aumentata allo 0,4% dallo 0,2%, in misura leggermente superiore alle previsioni (0,3%). Questo evidenzia una leggera accelerazione delle pressioni inflazionistiche.
Il mercato continua a essere diviso sull’importo del taglio dei tassi di interesse a settembre (la prossima riunione ci sarà il 17-18 ottobre). Metà si aspetta una sforbiciata di 50 punti base, l’altra metà di 25 punti base. Le prospettive di una sforbiciata più robusta sono comunque cresciute da inizio settimana, quando erano ancora al 30%.
Il nuovo report sul mercato del lavoro non ha avuto grande impatto sul mercato valutario, con il che resta poco sopra il livello di 101.
Nei giorni scorsi il biglietto verde era scivolato sui minimi di tredici mesi, per via delle speculazioni di tagli massicci al costo del denaro da parte della Federal Reserve. Proprio perché il mercato aveva già prezzato questa possibilità, il dollaro oggi non ne ha risentito.