I dati macro continuano a non dare una mano allo Yuan, che sta allungando la serie di cali consecutivi rispetto al dollaro USD.
Questa mattina sono stati pubblicati i report riguardo al commercio, che hanno evidenziato un forte aumento del surplus commerciale cinese, salito a 91,02 miliardi di dollari ad agosto (da 67,81 miliardi dell’anno precedente).
Questo si è verificato perché le importazioni hanno deluso le previsioni, mentre le esportazioni sono cresciute più del previsto.
L’export è sceso al minimo in quattro mesi (4,6% su base annua, contro attese del 6,5% e rispetto all’aumento del 7% del mese precedente). Ma frenano anche le importazioni, scese al 2,5% dal massimo di tre mesi del 7,2% registrato a luglio, anche se il dato è leggermente migliore dell’aumento previsto del 2%.
Altri dati macro erano giunti lunedì, con l’inflazione annuale dei prezzi al consumo salita ai massimi di sei mesi, anche se ancora inferiore alle aspettative del mercato, mentre la deflazione dei prezzi alla produzione si è aggravata al livello più elevato da aprile.
Nel complesso, questi dati economici contrastanti suggeriscono che la Cina è alle prese con sfide significative mentre attraversa un periodo di crescita economica più lenta.
Questo scenario mantiene lo yuan sotto pressione. Il cambio si trova verso 7,12, appesantito soprattutto dalla ripresa del dollaro USA sulle aspettative che la Fed opterà per un modesto taglio dei tassi di interesse nella riunione della prossima settimana.
Intanto il rendimento dei titoli di stato cinesi a 10 anni ha continuato a scendere, arrivando a circa il 2,12%, in seguito alla pubblicazione dei dati commerciali.
