Nessuna sorpresa dal meeting della BCE. L’istituto centrale taglia il tasso sui depositi di 25 punti base, come previsto, portandolo al 3,5%. La Eurotower abbassa anche i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale, rispettivamente al 3,65% e al 3,90%.
La decisione della banca centrale europea era ampiamente attesa, perché riflette una prospettiva di inflazione aggiornata e una migliore trasmissione della politica. L’istituto centrale continua a impegnarsi per riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%, ma il percorso futuro della politica monetaria sarà valutato in base ai dati e alle condizioni economiche, senza impegnarsi su un percorso tariffario specifico.
Per quanto riguarda le proiezioni sull’inflazione, la BCE conferma quelle precedenti: 2,5% nel 2024, 2,2% nel 2025 e 1,9% nel 2026, anche se si prevede un aumento a breve termine a causa dei prezzi dell’energia. Si prevede che l’inflazione di fondo diminuirà dal 2,9% nel 2023 al 2,0% nel 2026, nonostante un’inflazione dei servizi leggermente più elevata.
Le pressioni inflazionistiche interne sono ancora elevate a causa dell’aumento dei salari, ma la moderazione del costo del lavoro e dei profitti delle imprese contribuisce ad attenuarne l’impatto.
Dopo la riunione della BCE, l’euro non ha subito grandi scosse, dal momento che tutto è filato secondo le aspettative. Il cambio è attorno quota 1,10 dollari, ma sta beneficiando del calo del dollaro dopo che gli ultimi rapporti sull’inflazione al consumo e alla produzione hanno consolidato le aspettative secondo cui la Federal Reserve opterà per un taglio più contenuto dei tassi la prossima settimana.