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ORO, è ancora record. Il prezzo è sempre più vicino ai 2600 dollari

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Il lingotto sta beneficiando di un contesto che vede il dollaro più debole e i rendimenti obbligazionari più bassi

Dopo un po’ di pausa, la marcia da record dell’oro è ripartita e segna un altro nuovo primato storico, oltre i 2570 dollari per oncia (mentre i future con scadenza dicembre sono arrivati ad un picco di 2.598 dollari l’oncia).

Il lingotto sta beneficiando di un contesto che vede il dollaro più debole e i rendimenti obbligazionari più bassi. Tutto questo accade a seguito dei nuovi dati economici USA, che hanno mostrato un rallentamento dell’economia statunitense, cosa che potrebbe spingere la FED verso un’azione aggressiva sui tagli ai tassi di interesse. Settimana prossima ci sarà il primo, che secondo l’opinione del mercato sarà di 25 pbd (per il 59%) oppure di 50 pb (per il 41%).

Intanto in Europa la BCE ha già effettuato la seconda sforbiciata (di 25 punti base), riflettendo la crescente fiducia tra i policy maker che l’inflazione sia su un percorso discendente sostenuto.
Ricordiamo che tassi di interesse più bassi sono positivi per l’, perché riducono il costo opportunità di detenere asset che non generano rendimenti, come è appunto il metallo giallo.

Nel corso di quest’anno il prezzo dell’ è cresciuto di quasi il 25%, spinto anche dalle tensioni geopolitiche e dai massicci acquisti da parte delle banche centrali (più dall’Oriente che dall’Occidente).
Secondo le ultime previsioni di Goldman Sachs, potrebbe esserci un ulteriore aumento dei prezzi dell’oro fino ad arrivare a 2.700 dollari entro la fine del 2024.

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