Nonostante i tentativi di stimoli monetari da parte della PBoC, l’economia cinese continua a fornire un quadro contrastato ma complessivamente debole. E questo non aiuta lo Yuan, che perde quota rispetto al dollaro.
Questo lunedì il report sull’attività manifatturiera ha deluso le attese degli analisti, visto che Caixin/S&P Global è sceso a settembre a quota 49,3 punti dai 50,4 precedenti, portandosi quindi in zona di contrazione. Gli analisti si aspettavano 50,5 punti, quindi ancora una fase di espansione.
Si è trattato della lettura più bassa da luglio 2023, riflettendo il clima più debole del settore. Si è verificata una nuova flessione dei nuovi ordini, che hanno toccato il minimo in due anni.
Anche il PMI dei Servizi ha deluso: pur rimanendo in zona di espansione a 50,3 punti, è calato rispetto ai 51,6 di agosto. Questo livello era anche ciò che si aspettavano gli analisti.
Va aggiunto che l’occupazione si è ridotta, con il lavoro arretrato in calo per la prima volta in sette mesi. Infine, il sentiment delle imprese è sceso al secondo livello più basso mai registrato.
Il quadro debole dell’economia del Dragone sta spingendo la Banca popolare cinese (PBoC) a varare diverse misure di stimolo. Oltre a tagliare il tasso pronti contro termine a 7 giorni per due volte in circa tre mesi, l’ultima iniziativa è la possibilità concessa ai proprietari di case di rinegoziare i termini dei mutui a partire dal 1 novembre.
Intanto lo yuan si è riportato attorno alla soglia di 7,00 rispetto al dollaro (). I mercati attendono ora ulteriori segnali di sostegno politico da parte di Pechino sul versante fiscale, che gli investitori ritengono necessari per una ripresa economica più sostenibile.