Home
BCE banca centrale europea

L’inflazione (e la tensione in Medioriente) spingono giù l’euro. EURUSD sotto 1,11

Scritto da -

A settembre la stima preliminare è scesa all’1,8%, la BCE si avvia verso un altro taglio dei tassi

L’inflazione più debole del previsto spinge la BCE verso un nuovo taglio nel prossimo meeting di politica monetaria, e così l’euro perde quota sul mercato valutario (anche per fattori geopolitici, a dire la verità).

A settembre la stima preliminare del tasso di inflazione annuale è scesa all’1,8%, come non si vedeva da aprile 2021. E’ molto più basso rispetto a quello di agosto (2,2%) e inferiore anche alle previsioni (1,9%). L’inflazione scende così al di sotto dell’obiettivo della Bce del 2%, anche se l’istituto centrale si aspetta un rimbalzo verso fine anno, per poi tornare verso il 2% nella seconda metà del 2025.
Anche il tasso di inflazione core è sceso dal 2,8% al 2,7%.


Questi dati indirizzano sempre di più la BCE vero una nuova sforbiciata al costo del denaro, la terza negli ultimi mesi.
Del resto la stessa Christine Lagarde, nel corso dell’audizione al Parlamento europeo, lunedì ha detto che l’economia dell’Eurozona continua ad essere stagnante mentre c’è fiducia riguardo al fatto che l’inflazione tornerà stabilmente verso il target del 2%. Tutto questo alimenta la convinzione del mercato che la Eurotower fonrirà all’economia gli stimoli di cui ha bisogno, tagliando ancora i tassi il prossimo 17 ottobre.


Il riflesso sul mercato valutario è che l’euro ha perso terreno rispetto al dollaro, affacciandoci sotto la soglia di 1,11. Il cambio si avvicina alla Ema50, che agisce da supporto.
Va precisato che sul cambio tra euro e dollaro incide il forte rimbalzo del biglietto verde, a causa dei timori di escalation in Medioriente, dopo le notizie di un possibile attacco di Iran a Israele.

Non è possibile commentare questo post.

IN EVIDENZA