I tanto attesi dati sul lavoro negli USA sorprendono il mercato per la loro robustezza, e riducono così le aspettative di una FED ancora molto aggressiva sul fronte dei tagli al costo del denaro.
Ciò sostiene la forte ripresa del dollaro sul mercato valutario.
L’occupazione non agricola è aumentata di 254.000 unità a settembre rispetto al mese precedente, superando le aspettative di un aumento di 140.000 unità, mentre nei due mesi precedenti si è assistito a una revisione al rialzo (159mila ad agosto). Si tratta della crescita occupazionale più forte in sei mesi.
Il tasso di disoccupazione è inaspettatamente sceso al 4,1%, al di sotto delle aspettative del 4,2% nonché al più basso in tre mesi.
La retribuzione oraria media, ritenuta un indicatore delle future tendenze dell’inflazione, è aumentata dello 0,4% su un mese, superando le previsioni di mercato di un aumento dello 0,3% e dopo un aumento dello 0,5% nel mese precedente.
Questo rapporto sull’occupazione più forte del previsto ha ridotto la probabilità di un ampio taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve il mese prossimo.
Così il è rimasto a quasi 102,5, il livello più alto da metà agosto. In questa settimana il dollaro ha guadagnato quasi il 2%, sostenuto dalla domanda di beni rifugio in un contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente.
Intanto il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito di 10 punti base al 3,95%, il massimo in quasi due mesi.