Comincia male la settimana della sterlina britannica, che nonostante i dati sugli alloggi migliori del previsto, scende pesantemente rispetto a tutte le altre valute a causa delle novità sulla questione Brexit.
Tensione sulla Brexit
Sono ormai mesi che – in questo periodo di transizione che durerà fino alla fine di quest’anno – le parti a cavallo della Manica contrattano senza però riuscire a fare grandi passi in avanti. E’ quindi molto pesante l’ultimatum lanciato dal premier britannico Boris Johnson all’UE: l’accordo commerciale completo va chiuso entro il prossimo 15 ottobre, altrimenti il Regno unito minaccia di rinunciare a ogni accordo raggiunto finora con l’Europa.
In pratica, si va concretizzando di nuovo lo scenario no-deal Brexit, anche perché Johnson ha precisato che un accordo sarebbe possibile solo se i negoziatori dell’Unione Europea fossero disposti a “ripensare le loro attuali posizioni”.
Nel frattempo il governo britannico starebbe preparando un disegno di legge “di riserva”, per concedere al Parlamento di Westminster il potere di aggirare alcuni punti dell’accordo di divorzio già sottoscritto l’anno scorso con Bruxelles.
La presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha precisato in un tweet: “Confido che il governo britannico implementi l’Accordo di Uscita, un’obbligazione dal punto di vista del diritto internazionale e il pre-requisito di ogni futura partnership. Il Protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord è essenziale per proteggere la pace e la stabilità nell’isola e l’integrità del Mercato Unico“.
Sterlina giù
Inevitabili sono state le ripercussioni sulla sterlina, che ha perso decisamente quota sin dal mattino.
Come vediamo grazie al broker , il Cable GBPUSD – nel giorno in cui il mercato americano è chiuso per il Labor Day – perde quasi un punto percentuale e scende sui minimi di due settimane, cominciando a intravedere il significativo supporto al livello 1,30.
Il pound accusa perdite anche contro l’Euro, riavvicinandosi alla soglia di 0,90 (EurGbp).