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PETROLIO, il timore di surplus di offerta fa crollare il prezzo. WTI sulla soglia dei 70 dollari

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Si riducono i timori di rappresaglie israeliane su obiettivi petroliferi ed energetici, intanto il cartello dei produttori ha tagliato le previsioni sulla domanda globale per il 2024 e il 2025

Giornata nera per il petrolio, che a causa di eventi geopolitici perde diversi punti percentuale, tanto che il precipita verso la soglia dei 70 dollari al barile (mentre il viaggia su quota 73,7 dollari).

Ad innescare le vendite è la notizia che Israele non ha intenzione di attaccare le infrastrutture petrolifere e energetiche dell’Iran. Lo avrebbe assicurato il primo ministro Benjamin Netanyahu al Presidente americano Joe Biden, nel corso di una telefonata.
Gli attacchi si concentreranno solo sulle strutture militari, e questo allevia i timori di una grave interruzione dell’approvvigionamento nella regione.


Intanto l’AIE ha tagliato le sue previsioni di crescita della domanda (soprattutto a causa della Cina), sottolineando che c’è un record di capacità inutilizzata dell’OPEC+. Lunedì anche il cartello dei produttori aveva tagliato le previsioni sulla domanda globale di petrolio per il 2024 e il 2025 per il terzo mese consecutivo.
Nel frattempo, si prevede che la produzione di greggio nelle Americhe aumenterà di 1,5 milioni di barili giornalieri quest’anno e il prossimo.


Il timore di un forte surplus di domanda ha spinto il prezzo del sotto i 74 dollari mentre il greggio scivola poco sopra 70 dollari al barile.
Giovedì sono attese le scorte settimanali negli Usa, che già la scorsa settimana erano salite oltre le stime di 5,81 milioni di barili a fronte dei 2 milioni previsti.

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