I dati sull’inflazione spingono la sterlina al ribasso, tanto da raggiungere il minimo di quasi due mesi rispetto al dollaro statunitense.
Secondo i dati resi noti questa mattina, a settembre il tasso di inflazione annuale nel Regno Unito è sceso all’1,7%, livello più basso da aprile 2021, rispetto al 2,2% registrato a luglio e agosto. Il dato è più basso anche delle previsioni che erano per l’1,9%.
L’inflazione core è scesa al 3,2% dal 3,6% e l’inflazione dei servizi è scesa al 4,9%, il livello più basso da maggio 2022. Nel frattempo, la crescita dei salari ha continuato a rallentare e ha toccato un nuovo minimo degli ultimi due anni, indicando un allentamento delle pressioni salariali nell’economia.
Con un’inflazione che cala così rapidamente, aumenta la pressione sulla Banca d’Inghilterra per effettuare nuovi tagli al tasso di interesse. Gli investitori si aspettano una sforbiciata di 45 punti base da parte della BoE entro la fine dell’anno (25 nel meeting del prossimo mese), rispetto ai 37 punti base prima del rapporto sull’inflazione.
Per questo motivo la sterlina britannica è scesa bruscamente verso 1,30 dollari (), toccando il livello più basso da metà agosto (dopo aver tagliato la Ema50, inviando un messaggio ribassista al mercato).
Il calo della valuta britannica è propiziato anche da un dollaro più forte, poiché si prevede che la Federal Reserve allenterà i tassi di indebitamento a un ritmo più lento di quanto precedentemente previsto.