Torna a farsi fiacca la marcia dell’euro, che resta in prossimità del livello più basso degli ultimi 4 mesi rispetto al dollaro, in attesa dei dati chiave su inflazione e crescita di questa settimana, che potrebbero influenzare la politica della BCE.
La banca centrale europea potrebbe avviarsi verso tagli dei tassi più robusti nel prossimo futuro, vista la discesa forte dell’inflazione che viaggia al di sotto dell’obiettivo del 2%, e un’economia che necessita di stimoli.
Per questo motivo i mercati attendono con molta attenzione i dati sulla crescita del PIL dell’Eurozona nel terzo trimestre, con previsioni che indicano 0,2% (preoccupa la Germania che potrebbe contrarsi dello 0,1%).
Si prevede invece che l’inflazione dell’Eurozona salga leggermente all’1,9%.
Il mercato è diviso sull’ipotesi che la Eurotower possa sforbiciare i tassi di interesse di 25 punti base a dicembre oppure scegliere un cut aggressivo di 50.
L’ipotesi di una BCE molto “colomba”, rispetto a una FED che invece potrebbe essere più cauta sul fronte dei tagli ai tassi di interesse, sta spingendo il cambio al ribasso, sotto la soglia di 1,08. Livello che non si vedeva dal mese di giugno.
Nel mese di ottobre la valuta unica ha perso quasi il 4% rispetto al dollaro americano, e il cambio ha tagliato al ribasso la Ema200, inviando un messaggio fortemente ribassista al mercato.