Con una decisione unanime, la Bank of Japan ha deciso di mantenere il tasso di interesse fermo allo 0,25%, che può sembrare bassissimo ma in realtà è il livello più alto dal 2008.
La decisione dell’istituto centrale arriva in un momento particolarmente delicato per il Paese, dopo che le elezioni hanno visto la coalizione liberaldemocratica al governo perdere la maggioranza, facendo così entrare il Giappone in uno scenario di insolita turbolenza politica. Shigeru Ishiba, primo ministro da poche settimane, dovrà lavorare per costruire una coalizione adeguata per governare il Paese.
Peraltro tutto questo accade mentre alle porte c’è anche un altro appuntamento di portata globale, le elezioni presidenziali americane, che alimentano ulteriormente l’incertezza dei mercati.
Tuttavia dopo la riunione della BoJ, lo Yen è rimbalzato rispetto al dollaro sotto quota 152,5 (), dopo che nei giorni scorsi era arrivato sui minimi di tre mesi oltre quota 153,5.
In questo mese di ottobre la valuta giapponese ha perso quasi il 7% rispetto al dollaro, segnando la sua più grande perdita mensile da novembre 2016.
Questa flessione è stata alimentata principalmente da forti rally del dollaro e dei rendimenti del Tesoro.
Dopo il meeting della BoJ, il governatore Kazuo Ueda ha espresso preoccupazione per le prospettive economiche globali sempre più incerte, affermando che la banca centrale ha tempo per analizzare i fattori di rischio dopo i rialzi dei tassi a marzo e luglio.
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In futuro però la BoJ potrebbe alzare ulteriormente i tassi, se i dati economici e sui prezzi saranno in linea con le previsioni. Secondo la banca centrale, l’inflazione core dovrebbe raggiungere il 2,5% nell’anno fiscale 2024, con un’inflazione prevista intorno all’1,9% sia per l’anno fiscale 2025 che per quello 2026.
Per quanto riguarda la crescita, la banca centrale ha mantenuto le sue previsioni sul PIL per il 2024 a 0,6%. Prevede una crescita dell’1,1% per l’anno fiscale 2025 e dell’1,0% per l’anno fiscale 2026.