Continua anche in questo avvio di settimana il recupero dell’euro sul dollaro, con il cambio che risale verso la soglia di 1,09 sui massimi di due settimane.
Sul rapporto tra le due valute incide soprattutto la marcia indietro del dollaro (il è sceso sotto la soglia di 104) perché ci si prepara alle imminenti elezioni presidenziali americane e al meeting della Federal Reserve (si prevede un taglio di 25 punti base).
Finora Trump era visto come favorito, e il timore che le sue politiche su immigrazione, tagli fiscali e dazi potessero alimentare nuovamente l’inflazione avevano spinto il dollaro. Tuttavia, l’incertezza sull’esito elettorale ha spinto i trader a ridimensionare queste aspettative.
L’euro è stato sorretto anche da un’inflazione superiore alle attese (al 2%, oltre le previsioni dell’1,9%), che alimenta la convinzione degli investitori sul fatto che la BCE continuerà ad adottare un approccio graduale ai tagli dei tassi, evitando grandi riduzioni. I mercati hanno ormai pienamente scontato un taglio di 25 punti base a dicembre. Sarebbe la quarta riduzione dopo i tagli di ottobre, settembre e giugno.
Il cambio risale così verso la soglia di 1,09, recuperando parte delle grosse perdite subite durante tutto il mese di ottobre (oltre il 2%). Questo rimbalzo si è verificato dopo che l’EurUsd ha raggiunto il target del pattern “doppio massimo” che si era formato tra agosto e settembre.
Adesso il rapporto tra le due valute sta affrontando l’importante test della media mobile a 200 periodi, espressione della tendenza di lungo periodo.
