I dati macro giunti dal Regno Unito alimentano la discesa della sterlina, che accusa allunga la serie negativa a 6 giorni e scivola sui minimi di 4 mesi rispetto al biglietto verde statunitense.
Secondo le stime preliminari, il PIL del Regno Unito è cresciuto soltanto dello 0,1% nel terzo trimestre . Si tratta della crescita più lenta in questo 2024, nonché di un dato inferiore alle previsioni dello 0,2%. La frenata britannica è dovuta a una contrazione a sorpresa avvenuta nel mese di settembre. Questa contrazione è dovuta principalmente alla minore produzione manifatturiera e alla ridotta attività nei servizi di informazione e comunicazione.
Su base annua, l’economia britannica è cresciuta dell’1% (il tasso di crescita più forte in sette trimestri).
Anche la produzione industriale nel Regno Unito ha deluso le aspettative, scendendo dello 0,5% su base mensile. Il mercato si aspettava aumento dello 0,1%. La produzione è crollata nel settore manifatturiero, -1%, peggio delle aspettative del mercato. Su base annua, la discesa è dell’1,8%.
Questi dati rafforzano la convinzione della Banca d’Inghilterra potrebbe tagliare ancora i tassi di interesse per stimolare l’economia, tenuto conto che l’inflazione sta continuando a rallentare. Finora la BoE l’ha già fatto due volte.
Ciò segna una divergenza rispetto alla Federal Reserve, perché le politiche del nuovo presidente Trump potrebbero aumentare l’inflazione, limitando così la Fed nell’abbassare i tassi di interesse.
Questo spiega la forte rpessione sulla sterlina britannica, che è scesa verso 1,263 dollari (GbpUsd) segnando il livello più basso da luglio.
La sterlina sta accumulando una perdita del 2% questa settimana, che è la settima consecutiva in cui si deprezza rispetto al dollaro. E’ la serie negativa più lunga dal 2014.
Intanto i rendimenti dei gilt decennali del Regno Unito sono aumentati leggermente al 4,5% dopo i dati deludenti sul PIL.
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