Nessun cambiamento al costo del denaro. Questo l’esito della riunione di politica monetaria della Banca popolare cinese (PBoC), in linea con le stime di mercato.
Il tasso primario sui prestiti a un anno (LPR), riferimento per la maggior parte dei prestiti alle imprese e alle famiglie, è stato mantenuto al 3,1%.
Il tasso a cinque anni, che è il riferimento per i mutui immobiliari, è stato mantenuto al 3,6%. Entrambi i tassi rimangono ai minimi storici, dopo i tagli di ottobre e luglio.
Secondo la PBoC, le misure di stimolo intensificate da fine settembre sono congrue per raggiungere l’obiettivo di crescita del 5% circa per il 2024, nonostante la prolungata debolezza del settore immobiliare, la bassa fiducia dei consumatori e delle imprese e i persistenti rischi di deflazione.
Tuttavia, si prevede che la banca centrale lancerà ulteriori misure di allentamento politico nei prossimi mesi (probabilmente riducendo il coefficiente di riserva obbligatoria di altri 25-50 punti base).
Intanto martedì, in un vertice sugli investimenti tenutosi a Hong Kong, gli alti funzionari cinesi hanno ribadito il loro impegno a portare avanti le riforme del mercato dei capitali e ad aprire ulteriormente il settore finanziario agli investimenti esteri.
La decisione della PBoC non ha dato alcun sostegno allo yuan, che ha perso ancora quota rispetto al dollaro. Il cambio sale a 7,25 (dopo essere rimbalzato sul forte supporto a 7,225), segnando la seconda sessione consecutiva di perdite.
Sullo yuan pesano anche le crescenti tensioni sino-americane successive all’elezione di Donald Trump, che intende inasprire la battaglia dei dazi.
Nel frattempo, il rendimento dei titoli di Stato cinesi a 10 anni è salito a circa il 2,10%.