La corsa del biglietto verde americano si prende una pausa, e quasi tutte le altre valute ne approfittano per recuperare terreno. Ma non il dollaro australiano, che non riesce a sfruttare il vento favorevole e resta inchiodato a 0,65 ().
In questo avvio di settimana il dollaro americano risente della scelta di Trump di nominare Scott Bessent quale nuovo Segretario del Tesoro. Gli esperti ritengono che Bessent potrebbe dare maggiore importanza alla stabilità economica, evitando drastici cambiamenti di rotta nella gestione dell’economia. Questo serve a smorzare parte dei timori che erano seguiti all’elezione di Trump alla Casa Bianca, e che aveano fatto da volano per il dollaro USD.
Tuttavia, dopo aver toccato il minimo di 7 mesi settimana scorsa (con l’ a 0,645), il dollaro australiano non è riuscito a riprendere quota, forse anche a causa degli ultimi segnali economici dal fronte interno, che sono stati contrastanti.
L’attività manifatturiera si è contratta per il decimo mese consecutivo a novembre, anche se il ritmo della discesa ha rallentato. Ma l’attività dei servizi è entrata in contrazione per la prima volta in dieci mesi.
Questo potrebbe incidere sulle prossime mosse della RBA. I verbali della recente riunione della Reserve Bank of Australia hanno indicato che la banca ritiene che la sua attuale politica sia adeguata per affrontare l’inflazione, e prevede di mantenere un atteggiamento restrittivo finché non ci saranno prove chiare che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il suo obiettivo.
La banca centrale ha anche osservato che i futuri aggiustamenti politici dipenderanno dai dati economici in arrivo, ma non c’è alcuna “necessità immediata” di adeguare il tasso di interesse. I mercati non vedono tagli dei tassi da parte della RBA fino a luglio del prossimo anno.