Giornata pesante per il dollaro australiano, perché i dati macro deboli sulla crescita economica spingono l’aussie sul minimo di quasi sette mesi rispetto al biglietto verde americano.
Nel terzo trimestre del 2024, l’economia australiana è cresciuta dello 0,3% su base trimestrale (nei tre mesi precedenti era stato 0,2%). Anche se si tratta del dodicesimo trimestre consecutivo di crescita, il dato è inferiore alle aspettative del mercato (0,4%).
Su base annua il PIL è cresciuto dello 0,8%, che non soltanto è il livello più basso dal quarto trimestre del 2020 ma è anche molto inferiore all’1,1% che era previsto.
Questo ritmo di crescita viene tipicamente osservato durante le fasi di recessione, ed è per questo che sono aumentate le aspettative del mercato circa un taglio del tasso di interesse da parte della Reserve Bank of Australia.
Probabilmente questo non succederà nell’imminente riunione di politica monetaria di dicembre, a causa dell’inflazione persistente (cosa sottolineata settimana scorsa dal governatore della RBA Michele Bullock), ma la probabilità di un taglio dei tassi a febbraio è salita al 30%, anche se un primo allentamento non è ancora pienamente scontato fino a maggio.
Così, mentre il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni dell’Australia è sceso a circa il 4,31%, il cambio scivola sotto 0,644 toccando un livello che non si vedeva da aprile scorso.
Sulla valuta australiana in questo periodo pesano anche le incertezze economiche in Cina (principale partner commerciale) alimentate ulteriormente dalla prospettiva di una battaglia dei dazi con gli USA di Trump. Nell’ultimo mese il dollaro australiano ha perso circa il 3%.