Per la nona riunione consecutiva, la Reserve Bank of Australia (RBA) ha mantenuto il tasso di interesse al 4,35%. Il comitato ha inoltre mantenuto il tasso di interesse sui saldi di regolamento del cambio al 4,25%.
Si tratta di una decisione ampiamente attesa dal mercato, viste anche le dichiarazioni rese nelle settimane scorse dal governatore Michele Bullock, che aveva sottolineato l’inflazione core “troppo alta” per prendere in considerazione tagli dei tassi di interesse nel breve termine.
Il dato core infatti è ancora al 3,5%, quindi ben distante dal punto medio del 2-3%, fissato come target dalla RBA. Il tasso di inflazione annuale invece è sceso al 2,8% nel terzo trimestre del 2024, livello più basso dal primo trimestre del 2021.
La RBA ha aggiunto che continuerà a monitorare i dati e l’evoluzione dei rischi, comprese le incertezze geopolitiche, per valutare le prossime decisioni di politica monetaria.
Tuttavia le speranze per un taglio dei tassi a breve termine sono aumentate visto che la banca centrale ha indicato nella sua dichiarazione che sta guadagnando fiducia che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il suo obiettivo.
Nel frattempo altri dati macro hanno evidenziato che l’economia australiana è cresciuta solo dello 0,3% su base trimestrale fino a settembre, meno di quanto previsto dai mercati (0,4%). Inoltre, la fiducia delle imprese si è fortemente ridotta a novembre.
Dopo la riunione della banca centrale, il dollaro australiano si è nuovamente indebolito rispetto a quello americano. Il cambio si aggira attorno 0,64,
Un certo sollievo alla valuta l’aveva dato l’annuncio del Politburo cinese di misure fiscali “più proattive” e di una politica monetaria “moderatamente” allentata per il prossimo anno volta a stimolare la crescita economica (la Cina è il principale partner commerciale dell’Australia).
Il rendimento dei titoli di stato australiani a 10 anni è sceso a circa il 4,20%, raggiungendo il minimo di sette settimane.