Dopo undici tagli consecutivi, nel meeting del il 12 novembre la banca centrale messicana Banxico ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento al 4,25%, mantenendo i costi di indebitamento ai minimi da agosto 2016.
La decisione non è stata unanime, visto che un membro del consiglio avrebbe voluto un taglio di 25 punti base.
I responsabili delle politiche monetaria hanno sottolineato che l’attività economica continua a mostrare segni di ripresa, ma rimangono ancora forte incertezza e rischi al ribasso.
Nel frattempo l’inflazione annuale è salita al 4,09% a ottobre (a un massimo di quasi un anno e mezzo), a causa dell’aumento dei prezzi di alimenti e bevande, ma è rimasta superiore all’obiettivo del 3%.
In precedenza, i dati macro avevano evidenziato che la produzione industriale è scesa del 6,2% su base annua a settembre, mentre su base mensile è rimasta piatta, mancando le aspettative.
Nei giorni scorsi il peso messicano si era mosso attorno ai massimi di 8 mesi (toccati a inizio settimana) contro il dollaro USD.
Il cambio si aggira attorno a 20,5, ed è interessante notare come la coppia abbia fatto breakout da un lungo cuneo costruito a partire da inizio anno, trovando slancio dopo le elezioni USA, cui sta facendo seguito un pullback (fonte grafica ).
Gli investitori hanno infatti accolto favorevolmente la vittoria di Joe Biden alle presidenziali degli Stati Uniti, perché questo potrebbe aprire a una distensione nei legami con il Messico (Trump voleva erigere un muro al confine).
Nel cambio , la valuta messicana è stata supportata anche dalla speranza di un vaccino contro il coronavirus e dal recente rimbalzo del petrolio.