Comincia all’insegna di una timida debolezza la settimana dell’Euro. La valuta unica si arena su alcuni dati macro, come la produzione industriale tedesca che ha ristagnato a dicembre, mancando le previsioni, o quella spagnola che si è contratta al minimo da un anno.
Inoltre l’indice Sentix tedesco, che mensilmente esprime la fiducia degli operatori borsistici in Eurozona, è sceso andando peggio delle attese degli analisti, che erano per un miglioramento.
Sono dati che confermano le preoccupazioni per la ripresa economica della zona euro, mentre i paesi inaspriscono le restrizioni ed estendono i blocchi per fermare la diffusione del coronavirus.
A tal proposito il cancelliere tedesco Angela Merkel ha affermato che il blocco dovrà probabilmente essere esteso fino alla fine di febbraio, malgrado i contagi abbiano segnalato in Germania un lieve rallentamento.
Il cambio è rimasto così attorno quota 1,20 venerdì, dopo aver toccato il livello più debole da inizio dicembre settimana scorsa (quando complessivamente aveva perso oltre l’1%).
Nel frattempo la domanda di dollari continua ad essere sostenuta dalla speranza di una ripresa economica più rapida negli Stati Uniti, aiutata dallo stimolo fiscale di $ 1,9 trilioni del presidente Biden.
Il DollarIndex resta verso 91,2, anche se lontano da un picco di due mesi di 91,60 raggiunto la scorsa settimana.
La sovraperformance complessiva dell’economia statunitense rispetto a quella del G10 è stata un fattore trainante significativo per la forza del dollaro nell’ultimo mese, e dati più ottimisti potrebbero significare un ulteriore slancio al rialzo.