Con una mossa che ha sorpreso i mercati, la Banca di Russia ha aumentato il tasso di interesse di 25 punti base al 4,50%. Le aspettative erano invece per il mantenimento dello status quo al minimo storico del 4,25%. Inoltre la Bank Rossii ha aperto alla prospettiva di ulteriori aumenti nelle prossime riunioni.
I responsabili politici hanno espresso preoccupazione per una crescita dell’inflazione superiore alle attese durante il primo trimestre, aggiungendo che l’equilibrio dei rischi si è spostato verso quelli pro-inflazionistici. L’ultimo rapporto sull’IPC ha infatti mostrato che il tasso di inflazione annuo ha raggiunto il 5,7% a febbraio, il più alto da novembre 2016.
Guardando al futuro, l’inflazione annuale dovrebbe tornare verso il target del 4% nella prima metà del 2022, per poi rimanere verso quel livello in seguito.
Allo stesso tempo, la banca centrale ha affermato che la domanda interna si sta riprendendo più costantemente e più rapidamente del previsto, così come migliorano le prospettive della domanda esterna, anche in scia alle misure di sostegno fiscale in alcuni paesi e all’accelerata delle vaccinazioni.
Sul mercato dei cambi, il rublo russo ha recuperato leggermente dal minimo di 10 giorni contro il dollaro. Il rapporto è infatti sceso anche sotto quota 74 all’inizio della sessione, dopo che la Banca centrale russa ha aumentato i tassi di interesse.
Ultimamente la valuta russa è stata penalizzata da rinnovati timori di sanzioni dopo le nuove accuse degli Stati Uniti, secondo cui Mosca avrebbe cercato di influenzare le elezioni presidenziali statunitensi del 2020.