L’anno appena finito verrà ricordato come quello della svolta per il cambio euro-sterlina (), e le previsioni del 2017 fanno intendere che sarà un anno delicatissimo tanto per la valuta unica che per quella di Sua Maestà.
La Brexit ha spazzato via in modo inatteso tutte le certezze della UE, aprendo al rischio che qualche altro paese possa seguire l’esempio inglese e minare così ancora le fondamenta dell’Euro.
In questi ultimi mesi, come era prevedibile il dazio maggiore l’ha pagato la sterlina che è stata la seconda peggior valuta del 2016 dopo il peso messicano (spinto giù dall’altro evento dell’anno: l’elezione di Trump).
Se vogliamo proiettarci al futuro del cross euro-sterlina, dobbiamo necessariamente ampliare il discorso ad ambiti non strettamente economici.
Le previsioni per il 2017 di dipenderanno infatti da come si articoleranno le procedure di uscita del Regno Unito dall’Eurozona, e dalle vicende politiche che interesseranno il Vecchio continente. Ci saranno le elezioni in Olanda e Francia, proprio mentre alcuni venti anti-europeisti (proprio sulla scia della Brexit) stanno cercando di fare sempre più proseliti. Più che per questioni economiche, quindi il cross Euro-sterlina sarà indirizzato dalle vicende politiche.
Il braccio di ferro tra Londra e Bruxelles da un lato e la crescita del sentimento populista in molti paesi membri dell’Eurozona dall’altro, saranno i due driver principali per decretare chi tra euro e sterlina avrà la meglio il prossimo anno.
Sotto il primo profilo, una soft Brexit potrebbe sostenere la sterlina. Tenuto conto che il vero processo di uscita dalla UE comincerà verso marzo-aprile 2017, forse nella seconda metà dell’anno potremmo capire se la separazione dalla Eurozona porterà dei traumi evidenti per l’economia britannica e quindi per il pound. Nel frattempo si galleggerà basandosi soprattutto sui dati macro, specie quelli sulla crescita economica britannica e sull’inflazione.
Sotto il secondo profilo invece, se l’Europa schiverà i populismi di sorta potrebbe conservare la sua forza. Difficilmente però potrà acquisirne altra ancora prima di qualche mese, tenuto conto che la BCE continua ad essere molto cauta riguardo all’ipotesi di “tapering”. Inoltre l’inflazione, benché in crescita, non sembra ancora indirizzata verso il target del 2% stabile che desidera l’EuroTower.
Anche in questo caso quindi il fattore tempo sarà importante. Possiamo aspettarci pochi scossoni nei primi mesi dell’anno, mentre dopo l’estate qualcosa potrebbe muoversi anche per l’euro. Sempre se tutto dovesse filare liscio a livello politico.
Qui sotto vediamo il widget del cross EurGbp sulla piattaforma .
Possiamo quindi ipotizzare che il cross nel 2017 vedrà il pound recuperare parte delle perdite nella fase iniziale dell’anno, viaggiando in un’area compresa tra 0,81 e 0,83. Proprio quest’ultimo valore è quello verso il quale il cross è sembrato tendenzialmente andare negli ultimi mesi, partire da luglio 2016 in poi. Ogni volta che si allontanava da questo livello, poi ha teso a ritornarci. Potrebbe essere questo il suo centro di gravità nei primi mesi del 2017.
Quello che succederà dopo invece è tutto da decifrare. Secondo alcuni la sterlina perderà terreno per via dell’ingresso nella fase clou dei negoziati sulla Brexit.
In realtà però occorre capire anche cosa succederà all’euro, perché i due discorsi non possono essere scissi. Se l’eurozona confermerà una crescita moderata ma costante, allora la BCE potrebbe alzare i tassi e forse il cambio spingerà verso il rialzo nell’ultima parte del 2017. Ma analogamente la BoE potrebbe vivere la stessa situazione, e quindi il rapporto potrebbe oscillare in relazione ai tempi con cui le rispettive banche centrali decideranno di agire.