Dopo gli affanni di ieri, le Borse spingono al rialzo grazie anche alle basse richieste di sussidio di disoccupazione negli Usa, ai minimi da marzo 2020.
I listini ritrovano slancio nella fase finale della seduta, dopo una temporanea debolezza dovuta ai verbali FED di ieri sera, che hanno tenuto acceso il pericolo inflazione.
A Piazza Affari il è rallentato dai bancari, deludenti come i titoli oil, e chiude a +0,88% a quota 24.702,11 punti.
Sul Ftse Mib in prima fila Campari (+2,8%) e Ferrari (+2.2%), vivaci Nexi e Amplifon. Piatta Tim (-0,2%) nonostante la buona trimestrale.
Come detto, affannano anche i petroliferi (-0,7% Saipem, -0,6% Tenaris, -0,16% Eni) complice la debolezza dei prezzi del greggio.
I più forti ribassi, però si verificano su Banco BPM, che chiude la seduta con -2,17%. I titoli del credito hanno sofferto il mancato aumento degli incentivi fiscali alle aggregazioni, come si evince dal decreto Sostegni bis.
Delude BPER, viaggia in discesa Unipol, -0,91%. Mps -0,57%. Mediobanca cede lo 0,25. Chiudono in controtendenza Unicredit +0,43%, Intesa +0,15%.
Nel resto d’Europa, rialzi per tutti: da Francoforte (+1.7%), ad Amsterdam (+1,49%), ma anche Parigi (+1,29%) e Londra (+1,00%).
Oltreoceano avanza bene Wall Street, che chiude in positivo. Lo segna +1,06%, il +0,55% mentre il +1,77%.