Il meeting della banca centrale d’Australia non riserva sorprese. La Reserve Bank of Australia ha infatti mantenuto il tasso di liquidità al minimo storico dello 0,1%, come ampiamente previsto.
Il comitato di politica monetaria ha confermato l’impegno a mantenere condizioni monetarie favorevoli almeno fino al 2024, quando l’inflazione effettiva rientrerà nell’obiettivo del 2-3%.
La RBA si aspetta una crescita del PIL del 4,75% quest’anno e del 3,5% nel 2022, grazie alle misure fiscali e alle condizioni finanziarie molto accomodanti.
Riguardo alla inflazione, le previsioni sono che aumenterà temporaneamente oltre il 3% nel secondo trimestre.
Il consiglio è rimasto fedele all’obiettivo di rendimento dei titoli di Stato a 3 anni di 10 pb. Nella riunione di luglio valuterà se mantenere l’obbligazione di aprile 2024 come obbligazione target o se passare alla scadenza successiva.
Nel frattempo sul fronte valutario, il dollaro australiano si apprezza rispetto al dollaro USA ( a 0,775) e continua la risalita dai minimi di 3 mesi toccati la scorsa settimana.
A sostenere l’Aussie è la maggiore propensione al rischio (rafforzata tra i forti rilasci di dati economici che indicano una forte ripresa globale) e dall’aumento dei prezzi delle materie prime.
Va infine evidenziato come sia stato pubblicato l’IHS Markit Australia Manufacturing PMI, che è balzato a un record di 60,4.
La domanda ha continuato a migliorare e ha sostenuto l’espansione dell’attività commerciale per il dodicesimo mese consecutivo, con nuovi ordini in aumento a un ritmo record.