Non arrivano sorprese dal meeting della Banca Centrale Europea, che ha lasciato i tassi d’interesse fermi e affermato che in questo momento “una stretta sarebbe prematura e creerebbe dei rischi“. Il tasso di interesse principale rimane a zero, quello sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.
Lo Bce conferma il suo orientamento molto accomodante, e continuerà a fornire liquidità con le operazioni di rifinanziamento e i programmi di acquisti di asset.
A tal proposito, il consiglio direttivo si attende che anche nel prossimo trimestre “gli acquisti netti nell’ambito del Pepp continuino a essere condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell’anno“.
Per quanto riguarda il PIL, sono state riviste al rialzo le stime di crescita per il 2021 e 2022, a +4,6% e +4,7%, mantenendo il 2023 a +2,1%.
L’inflazione sarà all’1,9% nel 2021, 1,5% nel 2022 e 1,4% nel 2023.
La presidente Lagarde afferma che la ripresa economica accelererà nel secondo trimestre, mentre l’inflazione è in crescita soprattutto per via di fattori temporanei.
Altro tanto molto atteso di giornata, l’inflazione statunitense che a maggio ha mostrato una crescita mensile dello 0,6%, oltre le attese degli analisti (0,5%).
Su base annua i prezzi al consumo sono cresciuti del 5% (il massimo dal 2008), anche in questo caso sopra il 4,7% su cui scommetteva il mercato.
L’indice core dei prezzi al consumo, al netto di energia e alimentari e monitorato dalla Fed, è salito su base annua del 3,8% a fronte del 3,5% atteso dal mercato. Si tratta del valore più elevato da oltre 30 anni.
Dopo il doppio evento, il mercato valutario ha stentato a trovare una direzione. Sia il che l’ sono sostanzialmente sui valori della vigilia, con gli investitori che sono prudenti in attesa di capire quali conseguenze potranno esserci nel prossimo fututro.