In Svezia e Turchia si va avanti con il costo del denaro immutato, anche se con situazioni completamente differenti. Entrambi gli istituti hanno ieri deciso di conservare la loro impostazione di politica monetaria, lasciando il tasso rispettivamente a -0,50% (Svezia) e 8% (Turchia).
Svezia
La Riksbank ha conservato quindi il suo tasso negativo tasso di interesse nonché il piano di acquisto di asset, annunciando che sarà improbabile alzare il costo del denaro fino alla metà del 2018. In seguito si potrebbe procedere ad un graduale aumento. Il piano di acquisto titolo potrebbe peraltro essere esteso ulteriormente nel 2018.
L’istituto svedese – che di fatto si è allineato alla cautela della BCE – ha previsto che l’inflazione diminuirà leggermente nei prossimi mesi, anche se rimarrà prossima al 2%. Secondo le proiezioni infatti per il 2017 si attende un 1,8%, ma nel 2018 arriverà a 1,9% e nel 2019 salirà al 2,8%.
Sul fronte valutario, la Corona svedese si appresta a chiudere la settimana in territorio negativo sia contro l’euro ( a 9,70, ieri è stato toccato il massimo trimestrale) che contro il dollaro ( a 8,35), confermando un mese di ottobre complessivamente in calo.
Turchia
Anche in Turchia la banca centrale non ha toccato il costo del denaro, lasciandolo all’8% per la quarta sessione consecutiva. Il comitato per la politica monetaria, guidato dal governatore di TCMB, Murat Cetinkaya, ha rispettato le aspettative degli economisti.
La commissione ha deciso di mantenere la posizione restrittiva della politica monetaria a causa degli elevati livelli di inflazione (salita oltre l’11%) e perché gli stessi sviluppi dei prezzi al consumo “core” non lasciano affatto tranquilli. La banca ha dichiarato che la posizione restrittiva sarà mantenuta decisamente finché tali prospettive non mostreranno un miglioramento significativo e diventano coerenti con gli obiettivi (il target fissato dalla CBRT è del 5%).
Sul mercato valutario per la Lira turca è stato un ottobre nero, con perdite pesanti tanto contro l’euro (EurTry +6,25%) che contro il dollaro americano ( +7,2%).