L’inflazione continua a galoppare in Turchia. Ma paradossalmente proprio il fatto che sia stata più alta del previsto allontana (forse) l’ipotesi di un taglio ai tassi di interesse. Erdogan probabilmente questa volta non potrà essere accontentato.
Gli ultimi dati resi noti dall’ufficio di statistica turco, evidenziano che l’inflazione annuale dei prezzi al consumo è salita al 17,53% a giugno 2021, dal 16,59% di maggio. Si tratta di un aumento che va oltre le aspettative di mercato (17%), e sono più del triplo rispetto al target della CBRT, fissato al 5%.
Si tratta inoltre del tasso di inflazione più alto da maggio 2019.
Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,94%, il massimo dallo scorso novembre, superando le aspettative di mercato di un aumento dell’1,5%.
Il tasso di inflazione dei prezzi al consumo di base, che esclude elementi volatili come energia, cibo e bevande analcoliche, bevande alcoliche, tabacco e oro, è salito al 17,48% a giugno, dal 16,99% di maggio.
Sul fronte valutario, la Lira è stata scambiata intorno a 8,7 contro il dollaro USA, non lontano dal minimo storico di 8,8 raggiunto il mese scorso.
Come detto, l’alto tasso di inflazione ha attenuato le preoccupazioni di un taglio a breve termine del tasso di riferimento, come si poteva temere a causa delle richieste del presidente Recep Tayyip Erdogan (che vuole un costo del denaro più basso per sostenere l’economia).
Nonostante i livelli elevati dei prezzi, secondo il governatore della Banca centrale Sahap Kavcioglu entro fine anno l’inflazione scenderà al 12,2%.