In linea con le aspettative del mercato, la Banca centrale turca (CBRT) ha mantenuto il tasso di pronti contro termine a una settimana al 19%. Questo è il quinto mese consecutivo che i tassi rimangono fermi.
L’istituto guidato da Sahap Kavcıoglu ha quindi non assecondato il desiderio del presidente turco recep Tayyip Erdogan, che vorrebbe tassi più bassi per stimolare l’economia.
Obiettivamente però, era arduo pensare a una mossa simile, tenuto conto che l’inflazione sta galoppando, ed è bloccata oltre la doppia cifra da oltre 3 anni. L’ultima lettura di giugno è stata al 17,5%.
Lo stesso istituto centrale ha rimarcato come potrebbe esserci molta volatilità dell’inflazione durante l’estate, e anche le aspettative di inflazione sono in crescita.
Per questo è necessario mantenere l’attuale orientamento restrittivo della politica monetaria.
La CBRT continuerà a utilizzare con decisione tutti gli strumenti disponibili nel perseguimento del obiettivo primario della stabilità dei prezzi.
Ricordiamo che l’obiettivo della banca centrale è del 5% a medio termine.
Anche se le dichiarazione conserva un pregiudizio leggermente falco, gli investitori sembrano non convinti proprio per via delle pressioni esercitate da Erdogan.
Nel frattempo la lira turca è scambiata intorno a 8,6 contro il dollaro USA (USDTRY), non lontano dal minimo storico di 8,8 raggiunto il mese scorso, dopo che i dati economici hanno mostrato che l’inflazione annuale della Turchia è salita al massimo di due anni a giugno.
Va detto che a rendere più pesante il clima attorno alla Lira, c’è il fatto che gli investitori hanno scaricato valute più rischiose dopo l’improvvisa svolta da falco della Fed. Inoltre, le relazioni tese tra Stati Uniti e Turchia continuano a pesare sulla Lira, poiché Erdogan ha ribadito la posizione del paese sul sistema di difesa missilistica S-400 acquistato dalla Russia.