Il periodo difficile che sta caratterizzando il dollaro australiano dura ormai dal mese di maggio, e a furia di scendere il cambio con il dollaro (AUDUSD) è arrivato sui minimi di novembre scorso, sotto quota 0,73.
Nonostante oggi ci sia un timido rimbalzo al di sopra di questa soglia, il clima rimane ancora cupo.
Se da un lato sta agendo la ripresa del biglietto verde a stelle e strisce, dall’altra sta incidendo la fuga dalle attività più rischiose per via della rapida diffusione della variante delta Covid, e delle preoccupazioni sulla crescita globale.
A tal proposito, il primo ministro Scott Morrison ha suggerito che l’Australia avrà bisogno di dure restrizioni questo inverno, menzionando che la percentuale di australiani che devono essere vaccinati per porre fine ai blocchi è del 65 o 70%.
Nel frattempo, i verbali della riunione politica di luglio della RBA hanno mostrato che l’effetto dei recenti focolai ha creato ulteriore incertezza, e che le condizioni per un aumento dei tassi di interesse non ci saranno fino al 2024.
Anche i dati macro non agevolano la marcia dell’Aussie. Infatti la lettura preliminare ha mostrato che le vendite al dettaglio in Australia sono crollate dell’1,8% m/m a luglio, dopo un aumento finale dello 0,4% a giugno, mentre il Westpac-Melbourne Institute Leading Economic Index in Australia è sceso per il secondo mese consecutivo a luglio.