Come era stato preannunciato ad agosto dal governatore Oeystein Olsen, settimana scorsa la Norges Bank ha aumentato il tasso di interesse di riferimento allo 0,25%, dopo averlo tenuto allo zero (minimo storico) per contrastare gli effetti dannosi della pandemia.
La Norvegia è stata così la prima economia del G10 a iniziare la riduzione dello stimolo.
Secondo i policy makers norvegesi, le riaperture grazie alla vaccinazioni e l’economia in via di normalizzazione hanno consentito di ridurre la disoccupazione, mentre l’inflazione è aumentata e l’utilizzo degli impianti sembra essere vicino a un livello normale. Insomma, era opportuno iniziare una graduale normalizzazione del tasso di riferimento, anche per la necessità di contrastare gli squilibri finanziari accumulati.
In prospettiva, molto probabilmente il tasso di riferimento verrà aumentato a dicembre e la banca centrale prevede altri 4 aumenti all’1,25% entro la fine del 2022.
Sul fronte valutario, la coppia USDNOK ha raggiunto da poco il primo target del “doppio massimo” che si è formato ad agosto, su quota 9.04. La valuta norvegese ha beneficiato sia della prospettiva di una stretta (come poi è accaduto), sia della crescita del petrolio (fonte grafica broker ).
L’attraversamento della EMA200 poteva imprimere una ulteriore slancio ribassista, ma il prezzo si è impantanato nella zona di supporto tra 8.55-8.66.
Sarà importante vedere quale forza riuscirà a prevalere tra tori e orsi.
Se il prezzo dovesse scendere ancora, il prossimo supporto è su 8.40. al rialzo, la EMA50 rappresenta la successiva resistenza.