Altra giornata intensa per i mercati finanziari e per il dollaro, sulla scia dell’alta volatilità dei rendimenti dei Trasuries.
Questi ultimi si erano riportati sotto la soglia dell’1,5% durante la prima parte della giornata di mercoledì, ma poi il rendimento dei titoli di riferimento a 10 anni è rimbalzato sopra l’1,54%, avvicinandosi al massimo di 3 mesi dell’1,56% raggiunto nella giornata di ieri.
Il dollaro ha seguito questo ritracciamento per diverse ore, con l’Index che era sceso dal massimo 10 mesi. Poi però, parallelamente alla nuova fiammata dei titoli di Stato, l’indice del dollaro ha esteso i guadagni per il terzo giorno consecutivo attraversando 94,3, il livello più alto da settembre 2020.
La forza del dollaro fa scivolare il cambio con l’euro (EURUSD) sotto la soglia di 1.16 per la prima volta da luglio 2020.
Si sente il peso delle crescenti aspettative che la Federal Reserve inizierà tapering a novembre, ma soprattutto che potrebbe anticipare l’aumento dei tassi l’anno prossimo.
Nel frattempo, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato al Forum della BCE che i problemi della catena di approvvigionamento (ha definito “frustrante” la mancanza di miglioramenti) potrebbero far durare l’inflazione più a lungo di quanto la Fed avesse pensato in precedenza.
Ha anche aggiunto che la pandemia rimane ancora il fattore più importante nelle scelte di politica monetaria degli Stati Uniti.
Negli USA intanto è caldissimo anche il tema del debito e dei piani di spesa di Washington. Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha avvertito che il Tesoro esaurirà le risorse il 18 ottobre, e il Paese finirà in default per la prima volta nella storia se non ci sarà un accordo sull’estensione del tetto o l’approvazione di un nuova soglia.