Nel meeting di politica monetaria di ottobre, così come si aspettavano i mercati, la Reserve Bank of New Zealand ha aumentato il tasso di interesse di 25 punti base, portandolo allo 0,5%.
È il primo aumento dei tassi da giugno 2014, con i responsabili politici che hanno affermato che la decisione era appropriata per mantenere un’inflazione bassa e sostenere la massima occupazione.
Il consiglio ha aggiunto che è prevista un’ulteriore rimozione dello stimolo nel tempo, con mosse future dipendenti dalle prospettive a medio termine per l’inflazione e l’occupazione.Gli operatori vedono i tassi di interesse raggiungere l’1,0% entro aprile e l’1,5% entro ottobre.
La banca centrale ha affermato di essere consapevole del fatto che gli ultimi picchi del COVID-19 hanno colpito gravemente alcune attività commerciali di Auckland, oltre che una serie di settori dei servizi. Tuttavia la crisi sanitaria della Nuova Zelanda si sta evolvendo grazie all’aumento dei tassi di vaccinazione.
Per quanto riguarda le prospettive di inflazione, si prevede che aumenterà oltre il 4% nel breve termine, prima di tornare verso il target del 2% nel medio termine. L’aumento a breve termine dell’inflazione è accentuato dall’aumento dei prezzi del petrolio, dall’aumento dei costi di trasporto e dall’impatto delle carenze di offerta.
Dopo la decisione della RBNZ, il dollaro neozelandese si è comunque indebolito. Il cambio NZDUSD è sceso sotto 0,69 avvicinandosi al minimo di oltre un mese.
La propensione al rischio è stata infatti appesantita dalla notizia che l’FMI ha ridotto le previsioni economiche globali. Il kiwi è stato messo sotto pressione da un dollaro USA più forte, tra le aspettative che la Federal Reserve inizierà a ridimensionare gli acquisti di asset già a novembre.