Come era previsto, la BCE lascia invariata la sua politica monetaria. Durante la riunione di ottobre, l’Eurotower si è impegnata ancora una volta a mantenere i tassi di interesse a livelli record, fino a quando l’inflazione non tornerà all’obiettivo del 2%. Per il momento restano ai minimi storici dello 0%.
Il presidente Christine Lagarde ha ribadito che la banca centrale non ha fretta di inasprire la sua politica. La banca di Francoforte, che finora ha sempre sostenuto la tesi che gli aumenti inflazionistici sono “transitori”, rimarrà tollerante se per breve periodo l’inflazione andrà “moderatamente al di sopra dell’obiettivo” del 2%.
Il mercato prezza per ora due rialzi da 10 pb ciascuno sul tasso di deposito entro fine gennaio 2023.
La BCE conferma anche a 1.850 miliardi di euro la dotazione del piano di acquisti Pepp, la cui scadenza resta fissata ad “almeno sino alla fine di marzo 2022” e “finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”.
Dopo il meeting della BCE, l’euro è inizialmente sceso al di sotto di 1,16 rispetto al dollaro (EURUSD), ma poi è rimbalzato verso 1,165 dopo il dato sula crescita del PIL americano.
L’economia statunitense è cresciuta del 2% annualizzato nel terzo trimestre, mentre le previsioni di mercato indicavano una crescita del 2,7%. D’altra parte, le richieste iniziali per le indennità di disoccupazione sono scese più del previsto a un nuovo minimo di 19 mesi.