La Fed potrebbe decidere di dare una accelerata alla riduzione degli acquisti di asset, o addirittura alzare i tassi prima del previsto se l’alta inflazione persisterà. Peraltro alcuni membri della banca centrale già spingevano per un tapering più veloce.
E’ quanto emerge dai verbali della Fed della riunione del 2-3 novembre, nella quale venne deciso di lasciare il costo del denaro ancora invariato.
I verbali hanno mostrato che i responsabili delle politiche monetaria ritengono elevata l’incertezza sulle prospettive economiche, mentre sono cresciute quelle riguardanti l’inflazione, poiché le pressioni significative dovrebbero durare più a lungo di quanto previsto in precedenza.
Queste novità hanno spinto l’indice del dollaro verso 96,9, nuovo massimo di 16 mesi, poiché gli investitori crddono sempre di più che la Fed dovrà inasprire la politica monetaria più velocemente di quanto inizialmente previsto.
Il cambio EURUSD intanto scende sotto quota 1,120.
Nel frattempo i mercati “digeriscono” anche una serie di dati economici, che hanno mostrato un calo delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, un calo inaspettato degli ordini di beni durevoli e una revisione al rialzo (ma minore del previsto) per la crescita del PIL.
Inoltre, sia il reddito personale che la spesa hanno superato le previsioni e l’inflazione PCE è stata in linea con le previsioni.