Dopo l’ondata di panico di venerdì scorso, i mercati assorbono con meno pessimismo le novità riguardo la variante Omicron del Covid.
Molti paesi, inclusi gli Stati Uniti, si sono già mossi per limitare i viaggi dall’Africa meridionale, mentre i produttori di vaccini stanno anche studiando se siano necessarie nuove formulazioni per combattere la diffusione della nuova variante. Inoltre conforta il fatto che i casi accertati finora sono stati caratterizzati da una sintomatologia abbastanza lieve.
Mentre il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è tornato sopra l’1,5%, dopo aver toccato venerdì il livello più basso dall’inizio di novembre, l‘indice del dollaro ha riguadagnato terreno fino a 96,4 lunedì.
Il biglietto verde torna a spingere anche contro l’euro, il cambio EURUSD scende infatti nuovamente sotto 1,130.
Mentre negli Usa i dati sulle vendite di abitazioni a ottobre crescono più delle attese, i trader hanno bilanciato le preoccupazioni sulla variante Omicron con le aspettative di tassi di interesse più alti negli Stati Uniti.
Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, è stato l’ultimo dei funzionari della Fed a dichiarare l’apertura ad accelerare il ritmo della riduzione degli stimoli, dopo aver espresso la speranza che lo slancio dell’economia statunitense rimarrà forte nonostante la pandemia.
Ha anche riconosciuto la possibilità di almeno due aumenti dei tassi il prossimo anno, se l’inflazione dovesse rimanere elevata.
La più grande economia del mondo sta lottando con la crescente pressione inflazionistica, accompagnata da una costante ripresa del mercato del lavoro. In questo senso c’è molta attesa di conoscere – prima del prossimo weekend – i nuovi dati sui Non Farm Payrolls.
Intanto martedì parlerà il capo della Federal Reserve Powell.