Continua ad essere fiacca la marcia dello Yen giapponese, che nel corso di dicembre ha bruciato praticamente tutti i guadagni ottenuti nel rally di fine novembre.
A penalizzare la valuta nipponica è il clima di generale propensione al rischio, alimentato dall’ottimismo riguardo ai “danni” che potrebbe creare la variante omicron. Il nuovo ceppo del Covid non sembra infatti essere così grave da minacciare la ripresa economica globale.
Sull’andamento dello Yen pesa però anche lo scenario di politica monetaria. La Banca del Giappone è più indietro rispetto ad altre banche centrali nel ridimensionare lo stimolo monetario, e ancora più indietro riguardo al programma di aumento dei tassi.
L’inflazione nel Paese è rimasta contenuta nonostante l’aumento dei costi dei fattori di produzione, poiché le imprese sono riluttanti a trasferire l’aumento dei costi sui consumatori.
Il cambio USDJPY si muove attorno 114,7 ma si sta riavvicinando ai massimi di 3 anni toccati a fine novembre, come possiamo vedere sul broker .
Il lungo test della EMA50 – durato diverse sedute – è stato superato e questo ha consentito alla coppia di riprendere con vigore lo slancio rialzista.
La prossima resistenza può essere individuata proprio sul massimo di novembre, mentre al ribasso la EMA50 rappresenta il supporto più immediato, prima del livello 112,8 (sui minimi degli ultimi due mesi).