Come era prevedibile, l’Opec+ va avanti per la sua strada. L’alleanza (guidata da Arabia Saudita e Russia) che unisce 23 nazioni produttrici di petrolio, ha riconfermato anche per il mese di marzo il graduale aumento della produzione di 400.000 barili al giorno.
I rubinetti dell’oro nero vengono così aperti ancora leggermente, che secondo gli analisti è una cifra bassa rispetto alle attese della domanda (tenuto conto anche del prezzo altissimo che ha raggiunto).
Il meeting in videoconferenza ha così confermato l’approccio prudente del cartello, che ormai si muove su questa linea dalla primavera del 2021, quando la domanda si è ripresa dopo il tracollo del periodo pandemico.
Dopo il meeting dell’OPEC+, il prezzo del barile è leggermente sceso.
Il WTI (che dall’ultimo meeting era salito di oltre il 14%), rimane sotto gli 88 dollari. Il Brent (salito dell’11% dall’ultima riunione) dopo essere salito oltre i 90 dollari, è poi sceso sotto gli 89.
Intanto diminuiscono a sorpresa le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana.
L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha confermato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 28 gennaio 2022, sono scesi di circa 1 milione di barili a 415,1 MBG, contro attese per un incremento di 1,5 milioni.